La Genova dei caruggi
"Chi guarda Genova sappia che Genova si vede solo dal mare". Il consiglio non e' di una guida turistica qualunque, ma di Ivano Fossati, uno dei piu' celebri cantautori della 'Superba'
I vicoli caruggi in dialetto - sorprendono perché non ci si aspetta che possano girare di continuo, così, senza mai sapere cosa potrà nascondere la prossima curva: una chiesa, una scalinata o una piazzetta piena di gerani.
Genova la Superba, arroccata e ruvida, oggi ha molte ferite aperte, tanti cantieri nei suoi punti più in vista. Ma cè una Genova più nascosta in cui di questo fermento si ha poca traccia: è quella dei vicoli e dei suoi giganteschi ratti, che ammiccano per niente intimiditi, soprattutto nelle prime ore del mattino.
Un dedalo senza apparente via duscita, in cui potete tuffarvi lasciandovi alle spalle Via XX Settembre (cuore dello shopping cittadino) e lincredibilmente grande per essere qui Piazza De Ferrari. Subito, una discesa: Vico Falamonica (attenzione ai ciotoli, pericolosi per chi ha i tacchi), in cui fa capolino un buon ristorante arabo, Nabil, dallimprobabile insegna al neon. Qui si è già in un altro mondo, le vetrine di negozi occidentali si alternano a negozietti etnici e a botteghe con oggetti in legno lavorato e conchiglie di bronzo. Sapori e odori di altre terre si mischiano a quelli del posto, come quello della focaccia al formaggio e della ottima farinata di Tristano e Isotta, in Vico del Fieno. E il primo assaggio di un centro storico uno dei più grandi dEuropa popolato in gran parte da immigrati, volti colorati che hanno portato qui musica e ricordi.
Stiamo scendendo verso Piazza Soziglia e da qui, sulla sinistra, in Vico della Neve, dove respiriamo aria di musica nel bar (lo riconoscerete: è lunico ed ha uninsegna al neon azzurra) che è uno dei ritrovi serali della Genova dei cantautori. Proseguendo, eccovi in Piazza Campetto, in origine centro agricolo coltivato a orto, successivamente fulcro economico della città, popolato da botteghe di orefici (in genovese fraveghi), fabbri e artigiani produttori di arnesi e manufatti a supporto dellattività portuale. Oggi vi bighellonano uomini daffari nella pausa pranzo o caffè, punkabbestia, casalinghe con le borse della spesa e molti visi orientali.
Avete voglia di shopping elegante? In fondo alla piazza, a destra, Via di Scurreria tracciata sui resti di una necropoli romana è quello che fa per voi: con le sue vetrine di Hermès, è uno dei volti di una città di contrasti ravvicinati, fatti di eleganza e sporcizia, caos e silenzio, timidezza, ritrosia e lapertura di chi spalanca le braccia sul mare e accoglie da secoli chi nei suoi fondali getta lancora.
A qualche decina di metri da qui, gli amanti dellantiquariato non resisteranno al richiamo della signorile Galleria Imperiale, con la vendita al minuto di antichità (lentrata è libera). Non stupitevi se, fatti pochi passi, vi ritroverete nel clima da bazar di Piazza Banchi-Sestiere Molo, con il suo mercatino dei fiori, bancarelle di frutta, quadri, cornici e libri usati. Sospesa in mezzo alla piazza, la Chiesa di San Pietro in Banchi, circondata da vari istituti di credito e risparmio
Da qui lodore del mare si fa più aspro e forte, si intravedono scorci di porto e dellassurda sopraelevata che taglia Genova in due. Siamo a un passo dagli imbarchi e dai portici colorati di pescherie, baretti, take away di calamari, polpi bolliti e alici marinate. Sulla sinistra, il bellissimo Palazzo San Giorgio; sulla destra, Vico del Serriglio e il Quartiere Maddalena, dove in molti vi sconsiglieranno di addentrarvi, soprattutto se avete laria da forestieri Ma come resistere al richiamo della Trattoria Vegia Zena?
A questo punto, se siete molto stanchi, potete saltare su un autobus in Piazza Caricamento, ma se le forze non vi hanno abbandonato del tutto, ritornate indietro sulle vostre gambe. Imboccando Vico delle Compere sbucherete in Piazza de Marini e, quindi, dopo aver sterzato e contro-sterzato tra le curve dei vicoli, riposatevi su una delle panchine dellinaspettato slargo che si apre da Vico degli Indoratori: godetevi il silenzio, i muri colorati e la compagnia dei gatti. Zigzagando tra le curve della Genova nascosta silenziosa ma ribollente di vita - arrivate in Piazza San Matteo, un tempo quartier generale della più famosa famiglia genovese i Doria che qui edificò, nel 1125, la propria chiesa privata. La chiesa - splendido esempio di architettura genovese, con le classiche righe orizzontali bianche e nere - venne dedicata a San Matteo, protettore dei gabellieri, esattori di tasse e dazi.
Non ci crederete ma, tra botteghe darte e cornici, siete di nuovo in Vico Falamonica e, quindi, in Piazza De Ferrari. E il cerchio è chiuso.
>>torna:
Genova e lItalia nei secoli in una mostra sui grandi viaggiatori