La mia citta' si chiama Messina
Case progettate per non essere terminate, tram pensati per rimanere fermi, paesaggi che tristemente si estinguono. Una storia di quotidiano degrado dalla amara Sicilia
La mia città è piena di torrenti, asciutti per la maggior parte dell’anno. Ai bordi di questi torrenti si inerpicano delle strade, che un anno sono sterrate, l’anno dopo le asfaltano. Di anno in anno, poi, lungo i costoni dei torrenti, costruiscono delle case, poi dei palazzi, poi veri e propri complessi residenziali. Allora ricoprono il torrente e ne fanno un largo viale asfaltato. Che tu a un certo punto ti chiedi: "ma l’acqua che durante le piogge scorreva nel torrente, ora dove scorre?". Ti chiedi: "c’è sotto uno sfiato?". Ti chiedi: "scorre mica sopra, sulla superficie stradale?".
E anche sui bordi del torrente, dove prima c’erano montagne e colline e un sacco di orti, negli anni nascono moltissimi palazzi. Le montagne spariscono, gli orti, che sono bellissimi gli orti delle mie parti, fatti di piante sempreverdi con frutti odorosi, gli orti spariscono e nascono i complessi. Poi magari succede che un complesso era costruito a mezza costa di una montagna e dopo qualche anno, più sotto, alla base della montagna, costruiscono un altro complesso e asfaltano qualche strada per renderlo raggiungibile. E così appiattiscono una altra bella parte di montagna. Poi passa un anno o due o pochi mesi e il complesso di sopra, quello a mezza costa, comincia a cadere. Le case si spaccano e l’intero complesso viene evacuato. Molte famiglie rimangono senza casa. Aprono un contenzioso in tribunale, in cui le famiglie di sopra accusano il complesso di sotto di avergli tolto il terreno sotto i piedi e di avergli fatto perdere la casa. Ma il tribunale dice che non è vero, è stata la ditta del complesso che crolla ad avere usato materiali scadenti e ora è lei che deve pagare i danneggiamenti. Alla fine si scopre che la ditta, che dovrebbe pagare, è fallita ormai da qualche anno e dunque i danni sono impagabili. La gente che aveva la casa si sposta da un’altra parte, in case in affitto che costano circa un milione, senza danni pagati.
Questo è successo davvero, se volete potete informarvi. La mia città si chiama Messina, è successo da poco e in quel palazzo abitava un mio amico.
Oppure succede che sui bordi di un altro torrente, durante la costruzione di una grande opera pubblica, vengono trovati dei resti della vecchia città romana, che è un fatto normale, tutte le città italiane sono costruite sopra degli ammassi di vecchie città, che erano costruite sopra degli ammassi di altre città, ancora più vecchie. E’ un fatto proprio della città italiana esser fatta così, ammasso su ammasso. Allora questi resti vengono tolti con tutte le cure e trasportati al locale museo archeologico, che anche lui li ammassa da qualche parte, nei cantinati. E allora tu dici "bene" e aspetti che da un giorno all’altro riprendano i lavori e in pochi mesi tu veda finalmente, vicino a casa tua, svilupparsi questa grande opera pubblica di vitale importanza per la vita cittadina, secondo quello che ti avevano comunicato. E invece per mesi i lavori non riprendono, poi non riprendono per anni. E tu, che avevi circa dieci anni quando avevano scavato per cominciare quest’opera pubblica, passi di lì che hai ormai trent’anni e c’è ancora la transenna di lamiera che recinta un buco enorme scavato laggiù e ti ricordi che forse, una volta, dovevano farci un grande centro culturale per i convegni o qualcos’altro di simile e che però si erano fermati subito e che di tutto questo è rimasto un buco enorme scavato in mezzo alla città.
Oppure succede che in un'altra strada, che stavolta non è un torrente, torni un giorno dall’estero, dove vivi da un po’, e ti trovi un cantiere enorme in questa importante arteria cittadina e chiedi a tuo padre "ma cos’è? Cosa fanno proprio nel centro del viale San Martino?", che è il nome di questa arteria importante della tua città. E scopri che stanno facendo un tram modernissimo, che però probabilmente non serve a niente. E dopo qualche giorno parti e torni all’estero. E poi torni dopo sei mesi e ti aspetti che ci sia un bel tram nuovo in mezzo alla tua città, che la taglia in lungo e in largo per chilometri e che finalmente ti sposterai velocissimo e vedrai il mare dal tram, tra i palazzi, e altre cose del genere ti immagini, se proprio hai voglia di essere ottimista e di godertelo tutto questo bel rientro nella tua città. E chiedi a tuo padre, che ti viene a prendere alla stazione marittima: "e il tram l’hanno fatto?". No, ti dice, l’hanno lasciato a metà, perché hanno finito i soldi. E allora, poi, ti fai una passeggiata e vai in questa grande arteria del centro a vedere che effetto fa un tram lasciato a metà per mesi, ormai già un anno, in mezzo al centro della città, da un bel gruppo di imbecilli che amministra la tua città. E ti dici: "saranno imbecilli!". Ti dici: "si può essere così imbecilli!". Ti dici che servirà a poco, probabilmente a niente, ma come sarebbe bello poter dire un giorno pubblicamente, da un posto dove se vogliono lo leggono tutti, riguardo alle persone che da anni e anni, praticamente da quando sei nato, ininterrottamente, amministrano la tua città, che sono solo degli imbecilli e incompetenti e dei ladri mangiadenaro. Poter dire a chiare lettere, solo perché almeno dirlo ti rende felice, che degli imbecilli da quando sei nato, sempre gli stessi imbecilli, amministrano la tua città. Anche se sai che poi, a quelli, non gliene frega niente che tu gli dica imbecilli, questo fatto nemmeno li sfiora, perché non sono imbecilli, ma sono in verità principalmente dei ladri mangiadenaro. Però, visto che ci sei, a questo punto, e puoi dirgli imbecilli, lo ripeti un po’ di volte di seguito, perché ti rende felice, "Imbecilli! Imbecilli! Imbecilli! Imbecilli!". E poi basta. Ti calmi, l’hai detto abbastanza.