Napoli: una citta' che replica se stessa
Viaggio nella Napoli sotterranea, tra memorie di guerra e d'amore
Il fenomeno di una città, Napoli, che replica se stessa nelle viscere della terra è legato alla conformazione morfologica e geologica del territorio, compreso tra il Vesuvio e la zona Flegrea. La millenaria attività vulcanica ha dato luogo ad uno strato di roccia dal colore giallastro, il tufo giallo, scavato per costruire rifugi dai primi abitanti del golfo, ormai cinquemila anni fa. Fino ai giorni nostri, quelli di una città viva e ricca.
Una lunga profonda storia
Ai romani e al loro talento ingegneristico per le opere civili va attribuito il merito, dopo uno studio del territorio, di aver costruito una fitta rete di cunicoli idrici, che si collegavano ad acquedotti maggiori. Le cave di tufo continuarono per molti secoli, fin dall'epoca paleo- cristiana, ad essere adibite al culto dei morti e alle pratiche religiose. Tra le catacombe più note quelle di San Gennaro, che hanno custodito le spoglie del patrono cittadino fino all'817 e gli ipogei nella zona della Sanità. Un affascinante percorso sotterraneo è quello di Vico Traetta ai Cristallini. La struttura sottostante sorregge un palazzo settecentesco. Da un cortile del vicolo, scendendo alcuni scalini, si giunge ad un piccolo tempio, ornato da colonne scavate nel tufo. Attraverso un foro a misura d'uomo si passa in camere mortuarie, non tutte ben conservate, ma dalle pareti affrescate. Ancora più noto è il "cimitero delle fontanelle", annesso alla parrocchia di S. Maria del Carmine, costruita alla fine dell'Ottocento, all'imbocco di una cavità usata anticamente come cimitero abusivo, poi cimitero dei poveri, in seguito cimitero di appestati e infine come deposito di ossa provenienti dalle terre sante delle chiese.
Nel cuore della Napoli sotterranea
L'affascinante viaggio per esplorare Napoli sotterranea può continuare da una zona particolarmente ricca di storia e di fascino: i quartieri spagnoli. Si entra proprio dal cuore della città, vicinissimi a San Gregorio Armeno. All'ingresso della sede dellAssociazione Napoli Sotterranea (tel. +39 081 296944), che organizza le visite guidate, si apre una scala che ci conduce in basso, scavata nel tufo giallo su cui poggia tutta la città. Se ci può stupire dapprima per la vastità, non meno sconcertante risulta il silenzio sovrannaturale che vi regna, del tutto in contrasto con il brulichio di suoni e di voci della città partenopea. La guida che ci ha accompagnato potrebbe chiedere anche a voi di sostenere una sorta di "prova del silenzio": un minuto trascorso nell'oscurità, in assoluta mancanza di suoni.
1943-1945: la guerra nei sotterranei
Si scende per circa 40 metri, in senso orario, e alla fine si sbuca in un'ampia cavità a forma di campana, da cui si diramano passaggi e cunicoli che collegano con altre cavità. Subito si scorgono in alto i sostegni dei fili elettrici che illuminavano le stanze scavate nel tufo nell'ultima guerra, quando centinaia di persone tra il '43 e il '44 vi si rifugiarono anche per mesi durante i bombardamenti aerei. I sedili in muratura, provvisorie divisioni dei locali - alcuni adibiti a servizi igienici - ricordano i mesi vissuti senza luce naturale. Lo stato di reclusione non ha impedito di lasciare alcuni graffiti, volti di donna e profili di DAnnunzio e Mussolini.
Esiste anche una "sala degli sposi", con i nomi e la data dei due promessi, forse il regalo di uno spazio riservato all'intimità da parte dei rifugiati , o forse no.
Questo ed altri misteri restano prigionieri della Napoli sotterranea.
Il Teatro romano (agg. 2004) E' stata aperta al pubblico anche la visita del Teatro Romano sotterraneo, cui si accede da un tipico "basso napoletano", dopo aver spostato illetto che ne nascondeva l'ingresso. |