All'ombra del Vesuvio
Non solo il piu' antico e celebre tra i vulcani attivi del mondo ma anche un Parco Nazionale e una ricca testimonianza storica
Nel mezzo di una delle più pericolose aree vulcaniche della Terra, con i suoi due milioni di abitanti e la sua altissima densità di popolazione,
O Vesuvio domina lorizzonte E/SE del golfo napoletano. Il più antico e celebre fra i vulcani attivi del mondo a volte si mostra "con la neve bianca sulla capuozza". Moltissimi ne raccontano di visioni impressionanti e sublimi, della feroce montagna e dei suoi meravigliosi dintorni.
La sua celebrità risale alla catastrofica eruzione del 79 d.C. che in tre giorni distrusse le vicine città di Pompei, Ercolano e Stabia. Essa fu tanto violenta e spettacolare da innalzare una colonna di fumo fino a 32 km di altezza.
Plinio ne diede notizia in quella che oggi è la più antica testimonianza* scritta di uneruzione. Leggendo la lettera e guardando la semplice animazione realizzata dal Gruppo Nazionale di Vulcanologia possiamo anche capire come mai, per la vulcanologia, le eruzioni di tipo esplosivo sono chiamate Pliniane.
Lultima manifestazione della sua potenza distruttrice è stata registrata poco dopo lo sbarco delle forze alleate in Italia, sessantasette anni fa. L'eruzione colse di sorpresa gli americani e causò una piccola "Pearl Harbour" mediterranea.
Numerose sono ancora oggi le testimonianze dirette che si possono cogliere girando per i comuni vesuviani, come ad esempio la lava solidificata fra una casa e laltra.
Oggi lattività del Vulcano è quiescente come testimoniano a volte i pennacchi bianchi chiamati fumarole, che ornano la vetta.
Dal 1995 il Vesuvio è anche il più piccolo Parco Nazionale con i suoi 10.000 mq, certamente uno dei più ricchi per storia e cultura. Grazie alla sua istituzione è ora più agevole la valorizzazione del territorio circostante, dei suoi prodotti e delle sue tradizioni.
I sentieri del parco sono molti e la salita al cratere può seguire diversi itinerari.
A metà costa si incontra il più antico osservatorio vesuviano al mondo (1841 45), dove è allestita una suggestiva simulazione delleruzione "pliniana". Val poi la pena ammirare gli antichi sismografi come quello elettromagnetico di Luigi Palmieri.
Lungo il cammino per raggiungere limpervio crinale si può godere del vigore lussureggiante della vegetazione, delle distese di ginestre che contrastano con le lave nere e delle farfalle dai colori sulfurei. Tutto sembra testimoniare una frenesia vitale in contrasto con la precarietà dei luoghi.
Precarietà che non basta però a tener lontano gli abusivi, arrivati a poche centinaia di metri dal cratere con le loro sontuose ville. Ma questa, cari lettori, è unaltra storia.
O Vesuvio domina lorizzonte E/SE del golfo napoletano. Il più antico e celebre fra i vulcani attivi del mondo a volte si mostra "con la neve bianca sulla capuozza". Moltissimi ne raccontano di visioni impressionanti e sublimi, della feroce montagna e dei suoi meravigliosi dintorni.
La sua celebrità risale alla catastrofica eruzione del 79 d.C. che in tre giorni distrusse le vicine città di Pompei, Ercolano e Stabia. Essa fu tanto violenta e spettacolare da innalzare una colonna di fumo fino a 32 km di altezza.
Plinio ne diede notizia in quella che oggi è la più antica testimonianza* scritta di uneruzione. Leggendo la lettera e guardando la semplice animazione realizzata dal Gruppo Nazionale di Vulcanologia possiamo anche capire come mai, per la vulcanologia, le eruzioni di tipo esplosivo sono chiamate Pliniane.
Lultima manifestazione della sua potenza distruttrice è stata registrata poco dopo lo sbarco delle forze alleate in Italia, sessantasette anni fa. L'eruzione colse di sorpresa gli americani e causò una piccola "Pearl Harbour" mediterranea.
Numerose sono ancora oggi le testimonianze dirette che si possono cogliere girando per i comuni vesuviani, come ad esempio la lava solidificata fra una casa e laltra.
Oggi lattività del Vulcano è quiescente come testimoniano a volte i pennacchi bianchi chiamati fumarole, che ornano la vetta.
Dal 1995 il Vesuvio è anche il più piccolo Parco Nazionale con i suoi 10.000 mq, certamente uno dei più ricchi per storia e cultura. Grazie alla sua istituzione è ora più agevole la valorizzazione del territorio circostante, dei suoi prodotti e delle sue tradizioni.
I sentieri del parco sono molti e la salita al cratere può seguire diversi itinerari.
A metà costa si incontra il più antico osservatorio vesuviano al mondo (1841 45), dove è allestita una suggestiva simulazione delleruzione "pliniana". Val poi la pena ammirare gli antichi sismografi come quello elettromagnetico di Luigi Palmieri.
Lungo il cammino per raggiungere limpervio crinale si può godere del vigore lussureggiante della vegetazione, delle distese di ginestre che contrastano con le lave nere e delle farfalle dai colori sulfurei. Tutto sembra testimoniare una frenesia vitale in contrasto con la precarietà dei luoghi.
Precarietà che non basta però a tener lontano gli abusivi, arrivati a poche centinaia di metri dal cratere con le loro sontuose ville. Ma questa, cari lettori, è unaltra storia.