Quando un Filipepi mi fa primavera
Comprereste un quadro da uno che si chiama Sandro Filipepi? E, nel dubbio, lo comprereste anche se il significato dell'opera non vi fosse affatto chiara? Se la vostra risposta e' no, avete appena chiuso la porta in faccia a La Primavera di Botticelli.
Piatto, quasi bidimensionale e con una serie di figure slegate fra loro. Quella Primavera' non deve aver fatto molto colpo al Duca Cosimo di Fiorenza che l'aveva commissionata nel 1478. Eppure qualche anno più tardi·
Il giovane Sandro Filipepi aveva da pochi anni terminato l'esperienza di bottega con Andrea (Verrocchio) e Leonardo (Da Vinci) ed era determinato a lasciare un segno nella pittura fiorentina di quel tempo. Lo fece a 33 anni dipingendo la Primavera, senza preoccuparsi di adottare molti canoni moderni a quel tempo: la prospettiva ad esempio.
Cosa volle rappresentare Sandro Filipepi detto il Botticelli se lo sono sempre chiesti tutti i critici della Primavera. Un inno al neoplatonismo? Una metafora della primavera artistica del mecenate Lorenzo de Medici? La favola dell'Asino d'oro di Apollonio? O ritrarre semplicemente una serie di personaggi senza nesso tra loro?
Andandosene a dipingere la Cappella Sistina, Botticelli ha lasciato ai suoi critici mille interpretazioni e la bellezza stupefacente del suo dipinto. Una Primavera casta ma con la pancia, un braccio sinistro sproporzionato e due spalle eccessivamente spioventi. Ma i dettagli dei capelli, i ricami e le quasi 500 specie di fiori e piante che l'accompagnano ci fanno dire che la protagonista del quadro è proprio lei: la Primavera. Agli Uffizi di Firenze per il resto del mistero.
Il giovane Sandro Filipepi aveva da pochi anni terminato l'esperienza di bottega con Andrea (Verrocchio) e Leonardo (Da Vinci) ed era determinato a lasciare un segno nella pittura fiorentina di quel tempo. Lo fece a 33 anni dipingendo la Primavera, senza preoccuparsi di adottare molti canoni moderni a quel tempo: la prospettiva ad esempio.
Cosa volle rappresentare Sandro Filipepi detto il Botticelli se lo sono sempre chiesti tutti i critici della Primavera. Un inno al neoplatonismo? Una metafora della primavera artistica del mecenate Lorenzo de Medici? La favola dell'Asino d'oro di Apollonio? O ritrarre semplicemente una serie di personaggi senza nesso tra loro?
Andandosene a dipingere la Cappella Sistina, Botticelli ha lasciato ai suoi critici mille interpretazioni e la bellezza stupefacente del suo dipinto. Una Primavera casta ma con la pancia, un braccio sinistro sproporzionato e due spalle eccessivamente spioventi. Ma i dettagli dei capelli, i ricami e le quasi 500 specie di fiori e piante che l'accompagnano ci fanno dire che la protagonista del quadro è proprio lei: la Primavera. Agli Uffizi di Firenze per il resto del mistero.