Armando Testa, giocoliere della pubblicita'
Consumo, dunque esisto e mi metto in mostra. Una retrospettiva al Castello di Rivoli (Torino) fino al 13 maggio per ricordare Armando Testa, grande maestro di un'arte pubblicitaria tutta italiana.
Figlio del minimalismo parente delle maggiori espressioni artistiche del 900 Testa ha fatto della sintesi formale e dellimpatto espressivo i cardini della sua arte pubblicitaria (perché di arte si può parlare, in questo caso). Con un occhio di riguardo allastrattismo Testa è forse il primo pubblicitario moderno italiano, colui che ha proclamato il prodotto sovrano incontrastato dei suoi lavori, rendendolo attore e astraendolo dal contesto di provenienza. Un esempio? Lelefantino della Pirelli, con un pneumatico al posto della proboscide e caratteristiche visive che suggeriscono immediate associazioni di senso.
Padre di uno stile punteggiato di metafore, figure rosse e nere, forme sferiche ed ellittiche, Testa evade la propria inquietudine aprendosi a mondi paralleli, in cui ci guida soprattutto attraverso la forma del racconto fantastico. E, là dove non è stato possibile raccontare per sequenze, ha strizzato locchio a figure retoriche e slittamenti semantici, con immagini a più livelli interpretativi, come in un gioco di scatole cinesi. Significanti che veicolano più significati, come il logo dellaperitivo Punt e Mes, traduzione visiva di unespressione verbale che, ad un livello ancora più profondo, caratterizza la bevanda amara con una punta di dolce.
Negli anni Sessanta la televisione inizia a invadere le case degli italiani con immagini in movimento. Scoraggiato dallavvento di nuove tecniche? Niente affatto: così come era avvenuto con il dilagare della fotografia in pubblicità, Testa diventa protagonista del nuovo mezzo di comunicazione di massa plasmandolo a modo suo, costruendo nuovi e inesplorati mondi intorno a personaggi realizzati giocando con sfere, coni e semplici linee geometriche.
Ed è così che nascono il Caballero Misterioso, Carmencita, Paulista e gli abitanti del pianeta Papalla che popoleranno e spopoleranno in Carosello, felice parentesi nella storia pubblicitaria, e sociale, del nostro Paese.Scomparso nel 1992, del maestro rimangono le sue opere (in mostra al Castello torinese di Rivoli) e le campagne della fortunata agenzia che porta avanti il suo nome e che - fra le tante campagne che cura - firma in questi giorni i personaggi vegetali della campagna di Esselunga (fra tutti il limone con gli occhiali rotondi, John Lemmon), e su quella di Francesco Rutelli che ammicca agli italiani con promesse di unItalia migliore. Ma questa è unaltra storia.
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