Driade e Starck, nozze di design
In un'epoca di divorzi finalmente un'unione felice: quella tra il designer francese Philippe Starck e la maison Driade, che festeggiano i 15 anni di "matrimonio" con una mostra nei saloni di Palazzo Gallarati Scotti, a Milano.
A Milano, nellelegante cornice di Palazzo Gallarati Scotti in Via Manzoni, una mostra ha celebrato il connubio tra Philippe Starck, arcinoto designer parigino, e lazienda milanese Driade (classe 1968), caposaldo del design e dellarredamento nostrani. Si incontrano nel 1985 ed è subito amore: i due condividono semplicità e funzionalità degli oggetti proposti, oltre allobiettivo di soddisfare differenti esigenze di arredamento e stile di vita, con progetti di spazi sempre più liberi e personalizzati e unidea di design per tutti.
Curioso e poliedrico, Starck si è avvicinato al design con lobiettivo di rendersi visibile al resto del mondo. Inizialmente si afferma come architetto di interni, arredando persino lappartamento di François Miterrand; contemporaneamente progetta locali - tra cui il mitico Café Costes di Parigi -, spazzolini da denti e spremiagrumi. Ultimamente si è dato anche alla ristorazione: con il parigino Le Bon, il primo di una catena di sedici ristoranti, il cinquantaduenne designer dOltralpe sfida gli amanti di grassi e torte al cioccolato a essere felici mangiando verze con olio e sale (poco) in un ambiente accogliente e confortevole.
Vaga tra la Francia, le Baleari e New York i suoi rifugi dagli assalti della stampa e si dichiara fermamente convinto dellinesistenza di barriere fisiche: Viviamo oggi in mondi paralleli, il mondo non si può più dividere per aree geografiche, ma per gruppi. LEuropa è e deve essere considerata come unaddizione di differenze, ha affermato nel corso di unintervista a TG3 Europa. E aggiunge: Siamo legati al nostro paese natale ma siamo già con la testa tra le stelle. Tra lintersecarsi dei gruppi e laccorciarsi delle distanze, il design non è più considerato appannaggio di una o più élites, anche perché degli aspetti culturali e di quanto viene tradizionalmente legato al bello, Starck non vuole neanche sentir parlare.
Zigzagando nello showroom dadriade, anche chi non è troppo abituato a masticare design avrà probabilmente unimpressione di déjà vu, di fronte a pezzi mitici della produzione Driade-Starck (e ad altri richiamati alla memoria): la poltroncina Costes a tre gambe armonioso accostamento di legno, pelle e acciaio - disegnata per lomonimo e sopracitato caffè di Parigi; la serie Royalton di mobili imbottiti, realizzata allinizio degli anni 90, tra cui spicca il letto con abat-jour e bicchiere portafiore incorporati; i pezzi per cucina Neoz, in cui si gioca sul gusto del contrasto miscelando acciaio e mogano lucidato; i monoblocchi di polipropilene per poltrone e tavoli del futuro e le paravent de lautre, un paravento progettato nel 1991 e costituito da tre pannelli che ospitano riquadri-portaritratti: un oggetto funzionale che concede spazio a volti e a mondi di altri, in perfetto stile Starck.
Curioso e poliedrico, Starck si è avvicinato al design con lobiettivo di rendersi visibile al resto del mondo. Inizialmente si afferma come architetto di interni, arredando persino lappartamento di François Miterrand; contemporaneamente progetta locali - tra cui il mitico Café Costes di Parigi -, spazzolini da denti e spremiagrumi. Ultimamente si è dato anche alla ristorazione: con il parigino Le Bon, il primo di una catena di sedici ristoranti, il cinquantaduenne designer dOltralpe sfida gli amanti di grassi e torte al cioccolato a essere felici mangiando verze con olio e sale (poco) in un ambiente accogliente e confortevole.
Vaga tra la Francia, le Baleari e New York i suoi rifugi dagli assalti della stampa e si dichiara fermamente convinto dellinesistenza di barriere fisiche: Viviamo oggi in mondi paralleli, il mondo non si può più dividere per aree geografiche, ma per gruppi. LEuropa è e deve essere considerata come unaddizione di differenze, ha affermato nel corso di unintervista a TG3 Europa. E aggiunge: Siamo legati al nostro paese natale ma siamo già con la testa tra le stelle. Tra lintersecarsi dei gruppi e laccorciarsi delle distanze, il design non è più considerato appannaggio di una o più élites, anche perché degli aspetti culturali e di quanto viene tradizionalmente legato al bello, Starck non vuole neanche sentir parlare.
Zigzagando nello showroom dadriade, anche chi non è troppo abituato a masticare design avrà probabilmente unimpressione di déjà vu, di fronte a pezzi mitici della produzione Driade-Starck (e ad altri richiamati alla memoria): la poltroncina Costes a tre gambe armonioso accostamento di legno, pelle e acciaio - disegnata per lomonimo e sopracitato caffè di Parigi; la serie Royalton di mobili imbottiti, realizzata allinizio degli anni 90, tra cui spicca il letto con abat-jour e bicchiere portafiore incorporati; i pezzi per cucina Neoz, in cui si gioca sul gusto del contrasto miscelando acciaio e mogano lucidato; i monoblocchi di polipropilene per poltrone e tavoli del futuro e le paravent de lautre, un paravento progettato nel 1991 e costituito da tre pannelli che ospitano riquadri-portaritratti: un oggetto funzionale che concede spazio a volti e a mondi di altri, in perfetto stile Starck.