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Venezia: l'arte che si specchia nel mare

creato da Dario Morgante ultima modifica 20/06/2008 15:10

Percorsi culturali e gastronomici insoliti: piccole specialita' capaci di condire qualunque visita, dalla piu' frettolosa alla piu' lunga e meditata

A spasso senza terra sotto i piedi
Gli itinerari veneziani che proponiamo iniziano tutti dalla stazione: perché speriamo che i lettori seguano un consiglio che diamo loro di cuore: arrivate a Venezia in treno! (Al limite lasciate l’auto a Mestre e proseguite da lì: vi risparmierete un sacco di scocciature). Dunque, dicevamo: dalla stazione attraversate il Ponte degli Scalzi, incontrerete per prima cosa la Chiesa dei Frari che dà il nome alla zona e che è stata per lungo tempo la cattedrale di Venezia. La chiesa va assolutamente visitata perché all’interno vi sono varie opere di assoluto rilievo: non solo dipinti del Tiziano (fra i quali nella navata centrale la splendida Assunta), ma anche una croce lignea trecentesca della scuola di Giotto, riscoperta di recente sotto un'altra croce, e la monumentale tomba di Canova in marmo.

Un momento di riposo
Dopo la sfacchinata culturale avete in premio una sosta al ristorante, ovviamente di pesce, Bentigodi, che si trova giusto sulla Strada Nova (usciti dalla stazione basta girare a sinistra). Da notare, durante il percorso, che la Strada Nova una volta era un canale parallelo al Canal Grande e fu poi interrato da Napoleone in modo da potervi fare una parata a cavallo dopo la conquista della città. Proseguendo si arriva a Ponte delle Guglie che si riconosce per i quattro pinnacoli che si ergono da esso. Girando poi sulla sinistra, al secondo archivolto sulla sinistra c’è l’ingresso al ghetto ebraico della città: il ghetto ha solo un campiello molto largo, e sulla sinistra c’è una vecchia scuola usata come campo di concentramento momentaneo, in cui furono rinchiusi gli ebrei veneziani primi di essere spediti nei lager nazisti in treno. Dall’altro lato del campiello c’è un piccolo archivolto a destra e passato un ponticello e girando a sinistra siete arrivati: tavoli di legno e clima familiare, l’ambiente è molto accogliente. Al ristorante non c’è un menù fisso: i piatti di pesce variano a seconda della stagione e addirittura del pescato della giornata. Consigliamo la "sarda in saor" (sarde in sapore): un piatto tipico veneziano composto da sarde mantecate in aceto e cipolle. Ottimi i numerosi vini.

Era una notte buia e tempestosa… in Calle degli Spiriti
Adesso cerchiamo uno scorcio insolito: passato Ponte degli Scalzi (accanto alla stazione) si va in direzione dei Tolentini (sede della facoltà di Architettura) camminando verso destra lungo il Canal Grande. Arrivati si gira a destra imboccando una calle breve che termina su un ponte e si gira poi a sinistra all’altezza di un ristorante cinese fino a incontrare la pensione locanda "Sole", che si riconosce dall’insegna in ferro battuto. Giusto un passo prima della pensione c’è un ingresso a Calle degli Spiriti, un microcampiello chiuso dalle mura delle case. Si riconosce la classica architravatura in marmo e cotto; ai lati delle pareti si affacciano due teste di marmo, che rendono l’atmosfera inquietante. Nella piccola vera da pozzo al centro del campiello si narra che siano state gettate molte persone, i cui fantasmi vagherebbero ancora. Non li abbiamo incontrati, ma vi segnaliamo lo stesso qualcosa di speciale: al centro del campiello girate su voi stessi: avrete una strana sensazione ottica per cui sembra che l’architrave da cui siete arrivati si abbassi fino a sparire: in realtà sembra che l’apertura si chiuda perché l’archivolto è basso, e perché c’è sopra il muro eretto per dare forza alle due case fra cui si trovava. Forza, è una bella emozione, e forse... arriveranno anche i fantasmi!

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Links
Venezia.net - - la citta' del Ponte Vecchio on line
Osteria Bentigodi - - un avventore dell'osteria citata ne ricorda le belle serate e i gustosi piatti tipici
Ghetto ebraico - - sito ufficiale del ghetto della citta' di Venezia. Ricco, molto curato graficamente, pieno di informazioni e notizie. Per non dimenticare, nemmeno in vacanza
 

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