Urbino a' la carte
Itinerario in uno dei 36 siti italiani proclamati dall'UNESCO "Patrimonio dell'Umanita'". Non a caso.

Ultimamente la cittadina marchigiana è al centro della polemica che riguarda il "Piano del colore", cioè la proposta di ridipingere le case del suo centro storico con colori sgargianti. Urbino come Camogli, dunque? Sorge il dubbio – non ingiustificato - che non si tratti proprio di un colpo di genio: il fascino di Urbino sta anche nel colore delle sue case, nella magia della macchia cromatica nel suo insieme. Chi arriva ad Urbino non può non pensare di aver sbagliato secolo, di fronte al levigato e fatato Palazzo voluto da Federico da Montefeltro, signore rinascimentale della città che qui radunò il fior fiore degli artisti del suo tempo: Piero della Francesca, Leon Battista Alberti, Francesco di Giorgio Martini…Potrete trovare tracce di questo periodo d’oro anche nella Galleria Nazionale delle Marche – il museo più importante della città -, nella casa natale di Raffaello e, fuori dalle mura cittadine, nella splendida chiesa di San Bernardino.
Non lasciatevi sfuggire, nel vostro girovagare, gli Oratori, gioielli un po’ più discreti e nascosti. Custodiscono i tesori delle Confraternite, che per anni hanno vivacizzato la città dal punto di vista religioso, sociale e artistico. In particolare vi consigliamo una visita all’Oratorio di San Giovanni (1365), con gli affreschi di Antonio Alberti da Ferrara e dei Fratelli Salimbeni.
Dove l’artigianato sopravvive (e, anzi, gode di ottima salute)
Pochi posti possono ancora vantare un’attività intensa di artigianato. Urbino è fra questi, con le sue piccole botteghe del centro storico e le officine sparse nel territorio circostante. Stuccatori, pittori, falegnami, ceramisti, stampatori animano le vie – e l’economia – di questo centro, dove potrete acquistare oggetti e seguire corsi per imparare l’arte. Non a caso, la neonata "Carta di Urbino" – il documento firmato UNESCO con l’indicazione di obiettivi e strumenti per la tutela e la valorizzazione dei siti italiani Patrimonio dell’Umanità – è stata ‘immortalata’ dagli stampatori della scuola d’Arte di Urbino, lo scorso 21 settembre, con una cerimonia ad hoc ed un torchio a stampa tradizionale.
Un consiglio per la cena…
Per mangiare, se avete voglia di fare qualche chilometro (una ventina circa) vale la pena andare a Sant’Angelo in Vado, gastronomicamente noto per i suoi tartufi. Qui potrete infilare le gambe sotto i tavoli di Taddeo e Federico, nel cuore del suo bel centro storico.